A Roma tutti conoscono Via della Lungara, quella strada lunga lunga, più bassa rispetto al Lungotevere, che da Trastevere porta a San Pietro. La conoscono perché c’è “er Coeli”, il vecchio (ma ancora funzionante) carcere di Roma, c’è Di Salvo, uno dei primi supermercati di elettrodomestici ed elettronica, i più colti perché su di essa si aprono, una di fronte all’altro, la Farnesina e il museo di Palazzo Corsini.
Sicuramente sono meno quelli che conoscono Via della Lungaretta, la strada che da piazza In Piscinula va, dritta anch’essa, fino a Piazza di S. Maria in Trastevere, attraversando uno dei cuori di Trastevere e incrociando Via della Luce, Viale di Trastevere e Via di S. Gallicano.
Ma sono pochissimi quelli che conoscono Via della Lungarina, la strada che da piazza In Piscinula porta al Lungotevere. Anche perché è lunga ormai poco più di una decina di metri. A dire il vero non deve mai essere stata una strada lunga, perché il Tevere lì vicino ne limitava naturalmente le possibilità di sviluppo (ma chissà, magari girava. Comunque, con la costruzione dei muraglioni e dei Lungotevere, la strada (che allora veniva chiamata Via della Longarina, con la “o”) è stata scorciata (e un po’ sconciata). In pratica è rimasta una casa soltanto, un palazzo peraltro molto bello.
Tra le case buttate giù quando vennero fatti i lavori c’era anche quella del mio bisnonno. Si trovava al n.56 ed era stata rifatta dallo stesso Luigi Galantini. Da una specie di villetta di campagna era stata trasformata in una palazzina a quattro piani, con un bugnato alla base e modanature orizzontali con incisioni floreali a dividere un piano dall’altro. L’immagine che vedete qui sotto è frutto anch’essa delle ricerche di mio zio Adriano, e mi venne data da mio padre (al quale evidentemente l’aveva data il fratello) assieme all’albero genealogico, ai documenti fotocopiati al Vicariato con atti di nascita, di matrimonio, di morte dei vari antenati e agli Stati delle anime. Mio nonno, come ho già scritto, rimasto orfano di madre nel 1888, non andò mai a vivere in quella casa assieme al padre, alle sorelle e al fratello. Qualche anno dopo la casa venne distrutta.